mercoledì 28 novembre 2012

Come riconosciamo il processo di vivificazione delle emozioni?

Affiorano spontaneamente alle mente i ricordi del passato e, nel silenzio vivo del presente, si destano le loro emozioni.. ecco il vivificarsi dell’esperienza dello stupore, del piacere, della gioia.. oppure tristezza, malinconia, rancore.
stupore comunque per le emozioni ancora vive nel cuore che il tempo non ha cancellato.
se metto l
a mano sul petto mi accorgo presto che posso sentire il battito senza sosta, del grande maestro dell’opera..
sento il fremito, avverto la voglia, il desiderio delle emozioni.. mi accorgo come si radicano nel mio cuore, come animano il mio corpo.. tanto da lasciare profumato ogni mio ricordo..


(Tratto dal seminario autunnale del 15 dicembre: emozioni in musica! - Visconti Palace H. Milano)

lunedì 26 novembre 2012


"Rispondere ai bisogni cambiando"...

Nel precedente articolo abbiamo visto come gestire le proprie relazioni sentimentali possa essere complesso, dato l'elevato numero di fattori che intervengono e le dinamiche, anche psicologiche, che spesso non ci consentono di agire come vorremmo, in maniera efficace.
Abbiamo anche concluso che i problemi d'amore sono in realtà dei bisogni che devono essere soddisfatti.

La domanda è: come? che metodo posso usare per accelerare il processo di cambiamento?
La mia risposta: diventiamo Empowered.

Cos'è l'empowerment?


L’empowerment è generalmente definito come un processo dell’azione sociale attraverso il quale le persone, le organizzazioni e le comunità acquisiscono competenza sulle proprie vite, al fine di cambiare il proprio ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita (Wallerstein, 2006)

Spesso tale concetto fa riferimento allo sviluppo della fiducia nelle proprie capacità. L'empowerment può quindi definirsi come un processo che, dal punto di vista di chi lo esperisce, significa "sentire di avere potere" o "sentire di essere in grado di fare".

Burgio (2003) precisa meglio che Empowerment indica l'insieme di conoscenze, abilità relazionali e competenze che permettono a un singolo o a un gruppo di porsi obiettivi e di elaborare strategie per conseguirli utilizzando le risorse esistenti
Indica sia un concetto sia un processo che permette di raggiungere gli obiettivi, e si basa su due elementi principali: la sensazione di poter compiere azioni efficaci per il raggiungimento di un obiettivo, e il controllo, la capacità di percepire l'influenza delle proprie azioni sugli eventi. Stiamo dunque parlando di un approccio capacitante e positivo, che crede nelle capacità dell'uomo e del loro sviluppo attraverso l'azione.

È un concetto multilivello, che rinvia ad un livello individuale e ad uno sociale e di comunità. Appare così il frutto del concorrere del senso di padronanza e di controllo raggiunto dal soggetto (livello psicologico), e delle risorse/opportunità offerte dall'ambiente in cui il soggetto vive (livello sociale e di comunità). Cox e Parsons (1994) e Zimmerman (2000) teorizzano dei livelli successivi e interdipendenti del costrutto, che consentono di collocare Il programma di empowerment affettivo relazionale tra la sfera individuale-psicologica e quella interpersonale.

Nella revisione della letteratura della WHO, la Wallerstein (2006) sottolinea una serie di caratteristiche dell’empowerment, che sono elencate di seguito.

- L’empowerment può essere interpretato sia come processo e sia come risultato (Swift e
Levine,1987).
- È un concetto orientato all’azione con lo scopo di rimuovere gli ostacoli formali ed informali
e trasformare le relazioni di potere tra le comunità, le istituzioni ed il governo. Si basa
sull’assunto che gli assetti culturali della comunità sono rafforzati attraverso il dialogo e
l’azione (Freire, 1970).
- È specifico rispetto alla cultura, alla società e alla popolazione e quindi richiede che l’azione sia calata nel contesto locale.
- È una interazione dinamica tra l’acquisizione di maggiori competenze interne e il
superamento degli ostacoli esterni per accedere alle risorse (Speer e Hughey, 1995).

A livello pratico un programma di empowerment si basa su un percorso che, valutato il livello di competenze del soggetto, si dipana lungo tre fasi interdipendenti articolate tra Sapere, Saper fare e infine Saper essere. Principalmente si basa sull'aumento di conoscenza, su esercizi pratici per metterla in pratica e sperimentare nuovi e più efficaci modi di essere nel mondo, fino a trovare il proprio. Quest'ultima dimensione è relazionale, complessa e generalmente meno potenziata rispetto a quella del sapere e del saper fare, che permette ai partecipanti di sviluppare - mediante le tecniche e gli strumenti operativi dell'empowerment - le forme più sofisticate ed importanti di intelligenza umana (intelligenza creativa, sociale ed emotiva) che fanno la differenza nella capacità di agire in maniera efficace e soddisfacente nel mondo. Oltretutto le modalità sviluppate hanno valore e utilità in tutti gli ambiti dell'esistenza e non solo relative al training specifico, poichè promuovono un vero e proprio cambiamento.

Esso viene usato particolarmente in ambito aziendale ma, date le caratteristiche appena esposte, l'empowerment costituisce una preziosa risorsa anche, e direi soprattutto, nelle relazioni affettive che troppo spesso non sono tenute in sufficiente considerazione come parte del benessere globale dell'individuo.

Le potenzialità e l'efficacia dell'empowerment sono stati riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO – World Health Organization), con la Dichiarazione di Alma Ata (1978), la Carta di Ottawa (1986), la Dichiarazione di Jakarta (1998) e la Carta di Bangkok (2005), e dall'Health Evidence Network (HEN) affermando a più riprese che l’empowerment è pre-requisito per la salute. I principi sottolineati dalla WHO trovano riscontro a livello europeo anche nell’attuale “Programma di azione comunitaria in materia di salute pubblica (2008-2013)”. Infine rientra nel programma accademico di numerose università italiane, al contrario di altre metodologie solitamente usate nel coaching.



Siamo alla fine della dissertazione e finalmente si rendono evidenti i motivi della scelta dell'empowerment come metodo per il miglioramento delle relazioni affettive. 

Vi scrivo a mo' di elenco le peculiarità più importanti del metodo.
- Pone il soggetto al centro, sviluppando le sue capacità
Essendo multilivello considera vari livelli di esperienza, rendendolo un'approccio completo
- Considera le variabili psicologiche dell'individuo.
- è orientato all'azione
- Migliora l'autostima e la sensazione di essere capaci di agire efficacemente per raggiungere i propri scopi.
- Promuove uno sviluppo reale, un cambiamento globale
- Promuove il benessere



venerdì 23 novembre 2012

La visione di una relazione felice

Negli anni e nella vita di tutti i giorni ho riscontrato che un gran numero di persone hanno un cosiddetto "problema d'amore". Lo saprete benissimo anche voi, è parte dell'esperienza comune.

Ciascuno ha il suo: c'è chi è innamorato della persona "sbagliata", chi vive un amore non corrisposto, chi non riesce a conquistare il suo oggetto del desiderio, chi ha una relazione sentimentale ed è innamorato ma non è felice. E tanti altri ancora!
La fenomenologia è dunque molto varia....

Di solito in questi casi o ci si tiene tutto dentro oppure ci si affida giustamente al consiglio delle persone più care, che sono i nostri confidenti, i quali ci danno consigli su cosa fare. Che nella maggior parte dei casi non vengono seguiti.
Vi siete mai chiesti perchè? Io sì, ed è proprio questa domanda che scaturisce il progetto.

Ho analizzato tali problemi dapprima appunto partendo dalla loro fenomenologia riscontrando degli elementi comuni:
    - Frustrazione: dovuta alla non soddisfazione di un desiderio
    - Fissazione oppure passività
    - Non sapere cosa fare: che si traduce in un non saper essere noi stessi, arrivando alla  spersonalizzazione
    - Assenza di benessere

Reputo che l'insieme di queste condizioni negative per l'esistenza intera. L'impatto di tali dinamiche si riflette nel modo in cui affrontiamo le situazioni quotidiane, modificandolo in maniera inconsapevole e rendendoci, tra le altre cose, meno capaci di sfruttare le occasioni che la realtà ci offre in ogni campo.

Il vivere in maniera sana una relazione affettiva è importante per il nostro benessere globale, la nostra efficienza, il nostro senso di essere padroni della nostra esistenza e quindi per la felicità.

Scavando sotto queste dinamiche cognitivo-affettive ho rilevato infine un'insieme di bisogni profondi, che sono alla base del benessere dell'essere umano, che non sono soddisfatti.
Essi sono ad esempio la consapevolezza di sè e dei propri bisogni, il rispetto di sè, l'autostima, il bisogno di conoscenza e comprensione dell'altro, il sapere cosa fare per soddisfare i propri bisogni.
Di questi spesso siamo inconsapevoli, che però guidano il nostro agire.
Spesso essi si traducono in comportamenti disfunzionali che non ci consentono di raggiungere lo stato di benessere.
Non parlerò dunque di problema ma di "bisogno d'amore" per sè stessi e per gli altri.

Cosa mi propongo di fare? Voglio fornire gli strumenti per dare a ciascuno una risposta a tali bisogni, individuandoli e rendendoli consapevoli, trovando delle modalità e delle strategie efficaci per soddisfarli anche in maniera divertente, attiva e perchè no anche ironica.

A questo scopo ho pensato e realizzato un programma di Empowerment Affettivo-Relazionale, che prevede incontri online face-to-face, unito alla risorsa del Blog Valentina Love Training, nel quale da un lato sono presenti contenuti, informazioni e strumenti di empowerment, dall'altro costituisce un buon punto di incontro tra utenti per confrontarsi sulle situazioni e su quanto appreso, mettendo in gioco la propria capacità di agire nelle relazioni sentimentali.

L'obiettivo è rispondere ai propri bisogni cambiando. Tramite gli strumenti precedentemente citati, si giunge a:
   - una migliore conoscenza di sé stessi e dell'altro
   - acquisire strumenti e capacità di analisi
   - migliore capacità di affrontare la realtà
   - apprendere modi di esprimere il proprio bisogno in maniera più funzionale

Il fine è arrivare al benessere personale inteso come:
  - soddisfazione di sapere di poter cambiare lo status quo della situazione
  - saper essere noi stessi con altri

Forza! Il percorso inizia...



giovedì 22 novembre 2012

Il network si espande!

Ebbene sì!
nasce una nuova collaborazione con il sito Amando.itla prima community d'Italia che discute di sentimenti e relazioni.

Essere stata scelta dalla redazione che ha riconosciuto la validità e l'innovazione del mio progetto mi rende molto orgogliosa e d'altra parte tocca darsi da fare! 


Allora vi do appuntamento anche su Amando.it!




Vi ricordo che collaboro anche con Crescita Personale , il primo portale italiano che aggrega contenuti, persone, professionisti e organizzazioni nel settore della crescita personale mettendo in contatto diretto operatori e utenti. 
Il progetto, i valori e il codice etico di questa associazione sono interessanti e validi per saperne di più cliccate su questo link.

venerdì 16 novembre 2012

L'analfabetismo d'amore

Ieri sera mi è capitato per caso di leggere questa frase e la propongo anche a voi


L'effetto è stato...SBAM! (onomatopeicamente parlando), per poco cadevo giù dal letto!

Stimo le persone capaci di rivelare e sintetizzare aspetti della realtà in una singola e semplice frase. L'arte della scrittura qui realizza al meglio il suo obiettivo: ciò che è riportato sopra denota uno stato di cose talmente presente ed evidente alle nostre menti che non c'è bisogno di altre spiegazioni.
Essa d'altro canto stimola la riflessione.

Utilizzerò un'approccio schematico per facilitare la comprensione e fare ordine. Il mio obiettivo non è certamente ridurre la complessità dell'amore e dei sentimenti e non sono neanche senza cuore, ma credo che dati gli scopi del blog questo possa essere utile.

Questa frase descrive due verità che costituiscono una situazione (implicita), mantenendo il punto di vista di una persona esterna.
1) Lui non l'amava, glielo si leggeva negli occhi = evidenza del non amore di Lui.
2a) Lei era troppo innamorata = sentimento fortissimo verso quest'uomo, eccessivo date le condizioni.
2b) e faceva finta di essere analfabeta = inganna sè stessa. Lei lo sa che lui non la ama, che non può essere una risorsa, eppure persevera. Perchè?

Situazione: Amore non corrisposto, Stallo

Già vissuta in terza persona possiamo capire come una situazione del genere sia straziante e logorante, esserci dentro con tutte e due le scarpe non ne parliamo!
Eppure a livello razionale non sarebbe complicata... Ma l'amore è un'altra cosa e ha le sue regole speciali!

Pur essendo una frase riferibile più fasi e situazioni amorose (l'analfabetismo d'amore reale e di autoinganno è molto diffuso...), quella che subito mi è venuta in mente è l'innamoramento, ahimè non corrisposto e che quindi non può essere vissuto.
Così presentata è già evidente che la situazione sia una fregatura; non sono molte però le persone così forti e razionali da non cedere al piacere dell'emozione concessa da un saluto della persona che ci piace.
Da quel primo momento in cui viene provata l'emozione adrenalinica data dall'attenzione altrui, si instaura un ciclo a fasi che può essere generalizzato così: inizialmente euforici per l'attenzione ricevuta iniziamo a pensare a quella persona con la voglia di sentirla e conoscerla, poi può seguire un periodo in cui la persona oggetto del desiderio risponde e interagisce con noi, e infine se non siamo ricambiati come in questo caso ci sarà una fase di delusione delle nostre aspettative.
Questa fase non è il termine, ma l'inizio dei  problemi: l'insieme delle nostre aspettative deluse e dello stato psicologico alterato dall'innamoramento fanno si di instaurare dei pensieri ricorrenti e insistenti sulla situazione i quali, oltre a generare stati mentali non positivi come distrazione, rabbia, ansia, impotenza, a chiederci perchè e per come sia successo, esso crea il sub-strato migliore per accettare ancor più positivamente di quanto effettivamente sia il ritorno del nostro oggetto del desiderio. Il ritorno diventa una fase bellissima, torna la persona che ci piace, torna la speranza! E quindi si ricomincia il circolo per altre millemila volte, prima di uscirne nella maggior parte dei casi distrutti.

Non c'è dubbio, nella situazione globale il bilancio del benessere della persona non è positivo. 

Inganniamo noi stessi facendo gli analfabeti! 
Ne vale la pena? Alcuni potrebbero rispondere si.
E' giusto nei confronti di sé stessi assumere questo atteggiamento kamikaze? 
Assolutamente no! 

A parte la perdita di tempo, di stima e di sicurezza in sé stessi, e la chiusura verso altre possibili occasioni, le conseguenze psicologiche possono anche essere serie quali ad esempio la depressione. Il fatto più grave in questa situazione è che non rispettiamo noi stessi.

Come fare a cambiare questa routine o, per lo meno, cadere col paracadute?
Il paracadute o il cambiamento lo deve creare ciascuna persona attraverso prima di tutto il riconoscimento del problema seguito poi da lavoro cognitivo che da un lato si rivolge all'ascolto di sé stessi, dall'altro riguarda valutazione, comprensione e ristrutturazione della situazione al fine di comprenderla e di avere la sensazione di maggior controllo su di essa. 
Quando siamo in una situazione del genere si entra in un vero e proprio tunnel cognitivo: ci fissiamo solo su alcuni aspetti della situazione, consideriamo importanti solo determinate informazioni e non altre, così il pensiero diventa di tipo convergente, non consentendo una adeguata e reale valutazione dei pro e contro. Inoltre l'amore non corrisposto  porta spesso a "pensare a Lei/Lui", "parlare di Lei/Lui", "sognare di Lei/Lui", accompagnati da passività e attesa... Cambiamo punto di vista e focalizziamoci su noi stessi, sui nostri bisogni e sulle nostre possibili azioni.

In pratica cosa si può fare?
Ecco alcuni lavori di riflessione che possono aiutare in questo caso:
1) Analizzare i sentimenti e le sensazioni che costituiscono il nostro stato di stallo. Quali sono? Perchè ci sono? Sono "giusti"?
2) Focalizzarsi sui propri bisogni affettivi: sono soddisfatti ora?
3) Pensare realisticamente ai possibili esiti della situazione in cui ci si trova: i propri bisogni saranno soddisfatti in futuro?
4) Utilizzare tecniche di pensiero divergente per uscire dal tunnel
5) Nel caso vogliate comunque provare a conquistare la persona, elaborate una strategia (ma anche di più) che vi consenta di agire in breve tempo e di cui conoscete le possibili conseguenze. Questo è il paracadute che vi salverà.

Questi cinque punti vi aiuteranno a stare meglio. Le parole chiave sono ascolto, consapevolezza e non illudersi.
Il grosso del lavoro come avrete capito è da fare dentro di sé: è imparare ad ascoltare e rispettare sé stessi e i propri bisogni. 
Ecco cos'è l'analfabetismo dell'amore e la causa è... che siamo sordomuti!


Ringrazio la scrittrice Susanna Casciani che è l'autrice di questa breve frase e di tante altre inerenti l'amore. Vi posto il link al suo blog http://susannacasciani.tumblr.com/

lunedì 5 novembre 2012

Empowerment relazionale e i libri, quale fenomeno?


L'elevato numero di libri di psicologia e di divulgazione pseudo-psicologica testimonia come tra i bisogni fondamentali dell'uomo (e della donna) vi siano capire sè stessi, gli altri e imparare a relazionarsi con loro in maniera funzionale.


Ogni volta che vado in libreria mi fermo davanti a questo scaffale di libri.
Spesso mi è capitato di non saper scegliere tra tanti titoli interessanti: mi sembra sempre di doverne comprare almeno 6  o 7! 
E alla fine, tra quelli selezionati, la maggior parte non mi ha aiutato concretamente nella quotidianità, poichè sono generali, alternano sezioni teoricamente utili e inetressanti con altre meno, e non mi consentono di mettere in pratica ed esercitarmi sulle conoscenze apprese.
Insomma...non mantengono la promessa fatta nella copertina.

E a voi? Vi è capitato di acquistare qualcuno di questi libri? 
Cosa ne pensate? La lettura è stata utile?